Ambiente e salute in provincia di Brescia, lavoro, pensioni dei parlamentari, redditi dei portavoce M5S: tanti i temi toccati durante l’intervista di ieri al Tg di Telecolor. Argomenti sui quali spero di essere stato efficace.
Innanzitutto ho ribadito che sui temi dell’inquinamento ambientale e della salute io e gli altri colleghi bresciani non molliamo. Da sempre chiediamo indagini sui contaminanti e sullo stato di salute degli abitanti, l’aggiornamento del registro tumori, una moratoria per gli inquinanti e per le discariche, bonifiche a tappeto. Purtroppo finora sia le nostre proposte, sia le richieste dei comitati, sono rimaste in sospeso o sono state bocciate.
A seguire, le pensioni dei parlamentari e quelle dei lavoratori precoci. Infatti mentre Renzi straparla di “lavoro di cittadinanza”, solo in Lombardia ci sono oltre 225.000 persone che il lavoro non riescono a lasciarlo pur avendo lavorato per 40, 41 o 42 anni: si parla di 28.646 bresciani, 24.814 bergamaschi, 10.370 cremonesi [qui tutti i dati]. Uno scandalo se pensiamo che dopo 4 anni e 6 mesi di legislatura i parlamentari maturano il diritto a percepire la pensione a 65 anni.
Infine qualche puntino sulle “i” nella questione del reddito dei portavoce M5S. Come ho spiegato in questo recente articolo, a differenza degli altri parlamentari noi ci dimezziamo l’indennità parlamentare, rendicontiamo ogni singola spesa restituendo ai cittadini le somme non utilizzate, rinunciamo all’indennità di fine mandato. Il risultato sono milioni di euro versati nel Fondo per il Microcredito, dal quale hanno attinto 4.327 imprese creando 10.510 posti di lavoro. Imparassero a farlo anche quelli che i soldi li versano al partito, forse la stampa troverebbe almeno un motivo per dire che «siamo tutti uguali».
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