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Amazon è una delle aziende in assoluto più grandi in termini di fatturato. Nel 2015 ha sfiorato i 100 miliardi di dollari, piazzandosi davanti a Microsoft, Google e Oracle.

Jeff Bezos, fondatore della società di commercio americana, è il quinto uomo più ricco del mondo con un patrimonio di 45,2 miliardi di dollari.

A chi deve questo successo Bezos? Ovviamente alla sua genialità, ma inevitabilmente anche ai 150 mila dipendenti che lavorano con dei ritmi incredibili, un timer che li assilla e in taluni momenti li umilia. Praticamente lavoratori gestiti come fossero robot.

L’anno scorso ho visitato il polo logistico di Piacenza che vedete nel servizio de “La Gabbia“. A stupirmi furono proprio la velocità dell’elaborazione delle consegne e il silenzio alienante di questa “catena di montaggio 2.0”.

Ho invitato più volte Amazon in Commissione Lavoro, ma dopo vari tira e molla hanno declinato. Mi chiedo: forse Amazon ha la coda di paglia?

Da lavoratore in aspettativa mi chiedo anche se sia necessario spremere in questo modo i dipendenti per avere un’azienda leader nel suo settore.
Io credo proprio di no!

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Il servizio de La Gabbia dedicato ad Amazon.

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