Caro Sindaco Zanni,
il MoVimento 5 stelle e i ragazzi del gruppo locale hanno sempre posto questioni all’Amministrazione in maniera rispettosa e mai pretestuosa.
Il tema della gestione del servizio idrico ci ha coinvolti a partire dal 2010 quando conducemmo insieme una battaglia per difendere il principio di bene comune dell’acqua.
Era appunto il dicembre del 2009 quando il Partito Democratico, a quel tempo all’opposizione, presentò in Consiglio comunale una mozione che andava in contrasto con il Decreto Ronchi che apriva alla privatizzazione il servizio di gestione. Dopo la bocciatura in Consiglio presentaste un’ulteriore proposta per modificare lo Statuto Comunale al fine di introdurre il “riconoscimento dell’acqua come diritto umano universale, la gestione del servizio idrico come necessariamente pubblico e l’assenza di finalità di lucro del servizio stesso”. Purtroppo queste iniziative non ebbero un gran seguito, anche a causa di una maggioranza di centrodestra poco sensibile a questi temi, coerente con la politica dell’allora Governo Berlusconi sostenuto anche dalla Lega Nord.
Passano gli anni e cambiano i Governi, sia quello locale sia quello nazionale. Dal centrodestra si passa al centrosinistra. La musica è sempre quella ma a parti invertite.
I provvedimenti del nuovo esecutivo, anziché dare attuazione ai principi ispiratori del referendum del 2011 in difesa della gestione pubblica dell’acqua, incentivano le gestioni con la partecipazione del soggetto privato. A livello provinciale, invece, ci ritroviamo con una votazione a porte chiuse dell’assemblea dei sindaci bresciani che deliberano la formula mista (pubblica e privata) del gestore unico del servizio idrico integrato senza prevedere alcun processo di partecipazione dei cittadini, i quali – voglio ricordare – nel 2011 votarono al 94% in favore della gestione interamente pubblica.
Alle argomentazioni degli amministratori che sostengono di esser stati costretti dalle circostanze a intraprendere quella strada mi permetto di dissentire.
Parlare di sanzioni europee e della necessità di reperire le risorse per gli investimenti nelle infrastrutture lo reputo un inutile pretesto. Le alternative c’erano ed erano scritte nero su bianco in una proposta di legge (Pdl 2212) di un intergruppo parlamentare afferente a numerose forze politiche, che andavano dal PD al M5S, a forze di centro e così via. Il progetto di legge non solo prevedeva la ripubblicizzazione di tutte le gestioni, ma stanziava gli investimenti necessari per garantire un servizio efficiente con tanto di disposizioni finanziarie puntuali certificate dagli organi competenti. Questa Legge, se approvata, avrebbe posto fine al problema delle sanzioni, alle inefficienze del servizio e al rischio commissariamento; se non fosse che il Partito Democratico in Commissione Ambiente decise di presentare un emendamento per stravolgere la legge che gran parte degli stessi deputati dem avevano firmato.
A quel punto (18 aprile del 2016) scrissi una lettera a tutti i sindaci bresciani, compreso il Sindaco di Palazzolo, nella quale chiedevo di esporsi pubblicamente e di esercitare la propria influenza per costringere il primo partito di maggioranza a rispettare la volontà popolare, visto e considerato che l’iniziativa legislativa in oggetto non solo era in attuazione del referendum del 2011, ma riprendeva in sostanza la legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua sottoscritta da 400 mila cittadini.
A quell’appello il Sindaco Zanni non rispose, così come non diede seguito alla modifica dello Statuto Comunale in difesa dell’acqua pubblica che egli stesso aveva proposto nella consigliatura precedente (salvo smentite), così come non diede seguito ai proclami passati.
Sabato 30 settembre si discuterà in Consiglio comunale una mozione che chiede semplicemente all’Amministrazione di aderire al referendum provinciale promosso dal “Comitato acqua bene comune” per dare la possibilità di indire una consultazione popolare sulle sorti della nostra acqua; si chiede esclusivamente di consentire ai bresciani di potersi esprimere, dire la propria. Nulla di più, nulla di meno.
Mi auguro che quest’Amministrazione dia seguito a tale richiesta, altrimenti viste le virate a 180 gradi sul tema e le affinità con il Partito Democratico, non si potrà che pensare male, senza però poter esser tacciati per criticoni, populisti e demagoghi.
Chiudo la lettera con questa bellissima citazione: “I principi della gestione pubblica dell’acqua e dell’assenza di finalità di lucro del servizio stesso, lo ribadiamo per l’ennesima volta, non sono per noi in alcun modo negoziabili” (cit. Gabriele Zanni dell’11 aprile 2010).
Un caro saluto,
Claudio Cominardi