Populisti. Demagoghi. Fomentatori d’odio. Fascisti!
Quanti sono gli aggettivi che ogni giorno, per quattro anni, ci siamo beccati chiedendo l’abolizione dei vitalizi dei parlamentari? Politici, commentatori televisivi, opinionisti della carta stampata: li ricordiamo tutti uniti in fila a esorcizzare il demonio a Cinque Stelle.
Il fatto è che, come per il taglio delle pensioni d’oro, degli affitti d’oro e delle auto blu, per i lavoratori normali la proposta che abbiamo avanzato dal 2013 era la cosa più sensata del mondo. Esattamente come normale è stato, per noi del M5S, rinunciare fin da subito ai rimborsi elettorali (42 milioni di euro), ridurci lo stipendio, rendicontare le spese e, sempre senza che alcuna legge lo imponesse, restituire ai cittadini i soldi non utilizzati (abbiamo versato oltre 22 milioni di euro nel Fondo per il Microcredito alle piccole e medie imprese).
Dopo due anni di balle, di tagli, di misure calate dall’alto, qualcuno tra i “non eletti” deve avere annusato il profondo malcontento dei cittadini italiani. E siccome gli italiani non hanno mancato di farlo sentire tutto, questo malcontento, ecco che l’abolizione dei vitalizi è diventata una priorità persino per chi è sempre stato contro.
Se poi la Legge Fornero fosse stata applicata anche ai parlamentari – come da noi proposto – sarebbe stata la ciliegina sulla torta, perché ora deputati e senatori matureranno la pensione a 65 anni con il sistema contributivo dopo soli 4 anni e 6 mesi di legislatura. Non sarà una pensione d’oro, ma sarà comunque immeritata visto che qualsiasi lavoratore ha bisogno di 42 anni e 10 mesi per potersi sollevare dal peso del lavoro. La promessa della maggioranza è che questo passaggio verrà introdotto dalla prossima legislatura: staremo a vedere.
Sono serviti quattro anni di battaglie, ma non nascondo di essere soddisfatto per il momento e in attesa del voto definitivo in Senato. L’abolizione dei vitalizi risolverà i problemi economici dell’Italia? Sicuramente no, ma almeno daremo il buon esempio. E chissà che, più i privilegi verranno azzerati, più nei grandi partiti qualcuno inizi a sentirsi “come gli altri”, cioè a stare davvero con chi l’Italia la tiene in piedi col sudore.